La mente che mente

Con il nuovo anno ho deciso di riprendere in mano il programma di Mindfulness ed associarlo alle pratiche di yoga dando qualche spunto in conclusione delle lezioni.

Mi sono così immersa nuovamente nell' essenza di questa filosofia : diventare osservatori di sé stessi.

Riflettiamo sugli infiniti pensieri che ci attanagliano ogni giorno, ogni attimo della nostra vita, il così detto "over thinking" : pensarci sopra e ripensarci e ancora e ancora, in contrasto con il processo immediato di creazione del pensiero puro.

Qual' è l'origine profonda dell'over thinking?

La paura del non programmabile, del non controllabile?

E questo dove può portarci?

Alla perdizione totale, all'ansia endemica direi.

Ma se mi fermassi un attimo a riflettere : dove sono? Cosa mi serve ora?

Veramente, in questo momento, cosa mi serve?

Da dove arriva questo senso di costante oppressione?

Quanto è influenzato dalla società esterna?

Siamo nati per essere felici!!!

Ce lo ricordiamo?

Siamo qui per conoscere, sperimentare, evolvere seguendo quello che ci piace fare.

Le nostre scelte dovrebbero rispecchiare la nostra naturale inclinazione soddisfando un piacere puro e profondo!

Oppure le nostre idee sono inconsciamente manipolate da credenze esterne?

Queste ansie, questi pensieri ossessivi che alterano il pensiero istantaneo originale, dipendono da qualcosa al di fuori di me?

Lo schema che allego contrappone le caratteristiche del pensiero diretto, della voglia di crescere innata, pulita, positiva (thought= pensiero) a quelle dell'azione continuativa del pensare (thinking) alterato, appesantito, morboso che può generare solamente ansia, negatività e auto sabotaggio.

Cosa ne dite se ogni tanto ci fermassimo cercando di risintonizzare "il canale" sulla nostra natura più bella e profonda?

Mindfulness e Yoga sono pratiche che praticate con costanza ci connettono nuovamente con sensazioni che pensavamo di aver perduto per sempre.

Buona pratica, 

Namastè.

Alice